Il Piovego è acqua del Bacchiglione, che viene per Padova da Vicenza, quindi non è acqua brentana. E quivi essa è trattenuta in un salto e le barche divellanti da Padova debbono aspettare - a valicare il sostegno - altre che salgano perchè il manovratore Marino Romagnolo ha l'ordine di aprire le porte e livellare il canale dentro la chiusa solamente quando vi siano degli incroci. A monte il capobarca Costantino Pordinazzo aveva buttato l'ancora del suo burchio lungo l'argine e stava ripulendo la coperta mentre attendeva pazientemente in un'altra barca; era di Limena. Anche la pazienza è un pedaggio: della navigazione. Oltre il canale dove la strada svolta sotto la frescura degli alberi fermentava vivissimo l'odore dei fiori di sambuco. Cascatelle d'acqua brillavano sotto il ponte accompagnando il canto di cento uccelli nascosti. E così intorno il silenzio pareva più vivo. Innanzia ancora l'argine lasciava la strada, anche divenendo, sulla solita targa di marmo la via "Panà" e mostrava, bassa contro il rilievo opposto, la bella villa delle Colonne, una volta gaudiosa contro il verde cupo del suo parco ora distrutto: ora fattasi calva sul piano monotono di una campagna marezzante di grano nuovo.Avevamo finalmente, in quella cornice di pura arcadia, riscoperto il silenzio. Zanutto, fermo sul ponte, disegnava come una dannato. Io, tutto solo, col mio vecchio bastone ascoltavol il canto sommesso delle prime rane di giugno, il canto dei primi grilli, il canto alto delle margherite così dritto contro il sole di mezzodì.L'avventura del viaggio all'antica incominciava in quel luogo.